Elmo dei pompieri durante l'ultimo conflitto mondiale

 

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Giovanni Papini


L'Ambulanze d'epoca


Sono oltre venti i mezzi recuperati dal gruppo Ambulanze d'Epoca 


rientro all'arsenale "sullo sfondo p.zza San Domenico"


Esercitazione 1923


Offerta della Fiat per lo chassis 15 Ter  allungato di 30 centimetri a £. 37.850 corredato di 7 pneumatici, impianto elettrico


Da: "Quando suonava a fuoco" di Riccardo Berti


 
 

E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

Il Corpo dei Pompieri 1921

Fiat 501 attrezzata

"I pionieri della Protezione Civile"

All'indomani di un convegno di Confraternite tenuto a Prato il 14 e il 15 agosto del 1921, decide appunto di costituire il Corpo dei Pompieri e di dotarlo dei mezzi più moderni.
La spinta verso questa realizzazione viene data dal Comitato pro Misericordia che era stato costituito fin dal 1912. Il 15 agosto 1923 la Misericordia inaugura dunque un autocarro attrezzato di pronto soccorso (uno chassis Fiat 15 Ter con un motore della potenza di 25-35 hp, dotato di 4 barelle, materiale adeguato, medicinali) e una potente auto-pompa della portata di 1800 litri al minuto acquistata a Milano dalla ditta Tamini. “ Oltre all'auto-carro attrezzato - ricorda Giampiero Guarducci nel suo libro La Misericordia di Prato attraverso i secoli - i pompieri potevano disporre di una comoda e veloce vettura Fiat 501, ultima serie, corredata essa pure di una pompa da incendio ”.
Di pari passo anche la Pubblica Assistenza organizza il suo Corpo di pompieri che interviene accanto ai vigili del comune e ai “ fratelli ” della Misericordia. un periodo ricco di aneddoti, di storie per metà vere e per metà immaginarie che ancora oggi si sentono raccontare dai più vecchi nelle sedi delle due associazioni.
“Era un pomeriggio qualsiasi... ”, come a dire
Sante Cecchini all'uscita dell'arsenale in via dell'Oche. c'era una volta... e i pompieri della Misericordia ricevettero una chiamata dalla zona di Grignano dove aveva preso fuoco un grosso fienile. I “ fratelli ”, calzati i lunghi stivali e indossate le uniformi con i pesanti cinturoni, partirono, elmi in testa, con il “carro di volata ”, la Fiat 501, ultima serie. Quando arrivarono nella zona del sinistro trovarono i militi della Pubblica Assistenza. Il vecchio, mai assopito antagonismo (con venature di veri rancori) scoppiò subito. Le “ squadre ” si dislocarono in punti diversi e quando dalle autopompe l'acqua cominciò a defluire verso le “ lance ”, i getti non furono indirizzati sul fuoco, ma contro gli avversari. Per la cronaca, e per fortuna, l'incendio fu domato un paio di ore dopo dai pompieri del comune accorsi anche loro con i carri e le pompe.
C'è chi dice che sia una specie di leggenda, ma i più giurano ch'è sacrosanta verità storica, come quest'altra per esempio. Una sera la Misericordia fu chiamata in una strada del centro dove aveva preso fuoco una casa. I “ fratelli ” arrivarono con la solita Fiat 501 e con il carro attrezzato. Si disposero per domare l'incendio. Ci fu solo un errore, a quei tempi possibilissimo: il tubo di aspirazione, quello che doveva portare l'acqua, anziché essere immesso nel tombino della gora che scorreva sotto il piano stradale fu calato in quello degli scarichi urbani. Il risultato è immaginabile: dalle bocche dei tubi anziché uscire acqua, cominciò a defluire d'ogni bene ...
I pompieri “ privati ” accorrono ovunque e non solo, nel territorio di Prato. “ Fratelli ” e “ militi ” con le loro macchine valicano i confini del comune e dei comprensorio per portare aiuto alle popolazioni alluvionate del Pistoiese o a quelle vittime dei terremoti della Garfagnana e della Lunigiana. Una gara di solidarietà umana che nel novembre del 1926 (l'anno prima il 15 e il 16 agosto a Prato le Misericordie avevano eseguito la prima manovra federale) metterà a dura prova l'organizzazione pompieristica delle due associazioni.
Nella notte del 21 un tratto di argine dei Bisenzio, vicino alla Madonna della Tosse, si spezza sotto l'urto della piena del fiume e lascia che l'acqua invada una grande zona provocando gravissimi danni. Il disastro non si limita a questa parte della città, ma si estende per svariati chilometri e molti paesi vengono sommersi. E' l'alluvione.pompieri della Misericordia che sono già inseriti nella Squadra Federale delle Misericordie d'Italia, diretta dal dottor Alfonso Carlesi, si prodigano con abnegazione e ammirevole slancio per portare il loro soccorso un po' dappertutto, e, "unici in perfetta efficienza di mezzi", per quattro giorni restano nelle zone del disastro.
Divisi in numerose squadre - si legge in un ingiallito libriccino intitolato L'opera della squadra federale nella zona di Prato durante la piena del Bisenzio del 21-24 novembre 1926 - si avventurano nella valle del Bisenzio fino a Santa Lucia, sfidando le acque e il pericolo delle frane; si portano fino a Calenzano su richiesta del Capo Stazione e dei pompieri di Firenze.

 

 
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