Da
Emanuele....
I cristiani invitano Gesù
a ritornare per regnare nel mondo ma poi di
fatto non mi sembra che abbiano un posto dove
ospitarLo e farLo regnare. Io non accetterei mai un
invito in un posto dove so che non c'e' spazio o dove
qualcuno mi odia.
Fra le aspirazioni più forti dell’uomo da sempre c’è
la giustizia, la pace e l’amore. Anche se ci riesce
sempre difficile ammetterlo o non vogliamo crederci,
il Diavolo e il male da sempre ne contrastano la
realizzazione. Anche quando Dio ha mandato il suo
Figlio nel mondo molti non lo hanno conosciuto o
riconosciuto, difficile fino alla fine il capirlo
anche per i suoi Discepoli, se non quando lo Spirito
Santo ha aperto loro gli occhi o il cuore e hanno
capito il significato di quanto stava loro accanto e
la loro missione. Nella società attuale nonostante si
cerchi di aspirare a carismi più grandi siamo pervasi
da un dio nuovo “il dio quattrino” che niente ha a che
veder con il Dio Trino: Dio Padre che per il suo amore
ci dona il Figlio e con lo Spirito di amore ci ricorda
che siamo tutti fratelli perché figli di un unico
Padre. Tutte queste cose oggi sono considerate
superate perché possiamo crescere da noi e sicuramente
nessuno (se non la sorte avversa) ci può aiutare e ci
ricordiamo di Dio solo quando vorremmo noi (quando
abbiamo bisogno, quando siamo nella disperazione) ma
nella forza del nostro credo Gesù è già fra noi. Lo
troviamo presente, come ci ha detto, nel fratello
sofferente, bisognoso e questo che dobbiamo avere
sempre presente, anche se poi pochi lo applicano. È
sempre più facile dire aiutiamo gli altri e
partecipare o organizzare una raccolta che non mettere
in pratica l’aiuto personale con l’impegno o
l’accoglienza. Oggi si pensa tanto alle realtà del
terzo mondo, ma quanta povertà c’è intorno a noi in
quella che definiamo una società del benessere. Il
Cristo tornerà alla fine dei tempi, come ci ricorda la
scrittura e verrà per giudicare l’amore che abbiamo
saputo dare e ci farà vedere quanto avremo ricevuto e
quanto da un’opera buona siamo rimasti gratificati.
Da Emanuele....
Come facciamo a
vedere durante i sogni?
È vero che noi stiamo dormendo ma in realtà
le nostre membra riposano e il cervello si rilassa
solo per poche brevi pause, negli altri momenti si
elaborano i dati della nostra esistenza, le nostre
speranze le nostre paure e in quei momenti troviamo :
i sogni. Persone cui abbiamo voluto bene che ci
parlano. Speranze e realizzazioni che nel nostro IO
interiore rimangono e si elaborano. Al mattino poi, a
volte, ci ricordiamo quello che abbiamo sognato e
cerchiamo di dare una interpretazione a un castello
costruito, ma molte volte non capiamo o non riusciamo
a mettere a fuoco il significato che in molte
occasioni si realizza nei momenti più impensati del
nostro cammino.
Pietro
da..........
Perché... Trovo scritto
"militi" in un libro della Misericordia
Dal 1899 con la nascita delle Società Operaie o delle
Pubbliche Assistenze gli iscritti in queste
associazioni iniziano a chiamarsi militi o militanti
per questo appartenere ad una associazione. La
Federazione delle Misericordie nata anch'essa nel 1899
porta avanti la politica della creazione delle squadre
parrocchiali di pronto soccorso, le future Sezioni o
Confraternite, trasformate nel tempo anche in tante
Misericordie autonome, indicando negli aderenti i
militi della carità cristiana, che si riconoscono
nell'opera promossa dalle Misericordie.
Il periodo del fascio, specialmente nelle realtà
parrocchiali o nei borghi più isolati, indica e
riconosce, specialmente in queste piccole realtà, la
dizione di militante o milite fra le fila di una
associazione e quindi anche nelle sezioni della
Misericordia si tende a definire queste figure i
militi della carità cristiana, nelle realtà più grosse
o più consolidate si continua a definire queste
persone i fratelli della Misericordia.
I bisogni locali per necessità di intervento,
richiedevano la creazione di posti di soccorso locali
per poter intervenire prontamente in caso di
infortunio, ed erano i fratelli della Misericordia
madre o più vicina che fornivano loro i primi
rudimenti di pronto soccorso, e se la frazione o
località era povera, venivano forniti anche le prime
portantine o barelle a spalla; in molti casi erano i
parroci a farsi promotori della richiesta di queste
nuove realtà di intervento e così si trasformavano
molte delle esistenti Compagnie parrocchiali verso
questi nuovi servizi.
Federico da Roma
Perché... Fare volontariato
Volontariato; il servire senza obbligo.
Il fare volontariato non regge l'imperativo, nessuno e
niente può importi di
farlo; il volontario è colui che senza doveri,
obblighi e ricavi personali si dedica al prossimo.
Come ben sai ci sono tantissime forme di volontariato
che ora non sto ad elencarti, io posso risponderti per
quanto riguarda il mio campo, quello umanistico. Il
volontariato è per chi se la sente un modo per
impegnare il tempo libero, per molti un hobby, per
altri un modo per conoscere altre persone e farsi un
nuovo gruppo di amici. Il fatto è che tutti possono
partecipare: la persona insicura può "servirsi" del
volontariato per far capire sia a se stesso che agli
altri che esiste, insomma un modo per esprimersi,
rendersi utile, un grido per poter dire "sì eccomi ci
sono anch'io.... e posso aiutarti!" . Oppure le
persone sicure di loro stesse che possono affermarsi;
una convinzione che gli fa capire che riescono in
tutto.
Sono tanti i motivi per cui un individuo può dedicarsi
al volontariato, tutti
motivi strettamente personali, e sinceramente non
posso non me la sento
(sarebbe presunzione) di rispondere alla tua domanda.
Posso solo dirti che è un valido modo per utilizzare
il tempo, per dedicarsi a chi purtroppo è meno
fortunato di te. Non importano né grandi opere né
grandi discorsi ma solo un piccolo gesto per far
sorridere una persona; questo a me personalmente
regala una grande gioia e mi riscalda più che
qualunque altra cosa. Certamente non discrimino chi
non lo fa..... sono scelte, come ti ho già detto, non
lo imponiamo a nessuno.
Giovanni da Prato
Perché... La veste o cappa
E’ il ricordo della fondazione della nostra
Misericordia; è la veste di penitenza indossata dai
Pellegrini Fondatori che si recarono in pellegrinaggio
a Loreto nel 1588; è la divisa che tutti eguaglia
nella sua sobrietà, e che nasconde sotto di se il
popolano e il nobile, il ricco e il povero.
Giovanni da Prato
Perché... E’ di colore nero
Per significare la penitenza, per infondere nell’animo
di chi la indossa la mestizia e la gravità dell’opera
da svolgere.
Cristina dalla Liguria
Perché... In altre
processioni altre Compagnie o Confraternite sono
vestite con altri colori ad esempio bianco, rosso,
azzurro
Le Compagnie o Confraternite sono nate dalla
religiosità popolare all’ombra delle parrocchie,
trovando il loro maggiore influsso alla nascita negli
anni dei Medici, specialmente in Toscana, ed erano
intitolate ad un loro Santo Patrono da qui anche
l’origine del colore diverso; le Compagnie del SS.
Sacramento- il bianco; le Compagnie Mariane- l’azzurro
o il blu; le Compagnie dei Martiri- il rosso; quelle
della Madonna Addolorata- il viola o il nero e giallo.
Gli scopi delle Compagnie o Confraternite erano, di
regola, la preghiera e l’aiuto ai confratelli
bisognosi; i trenta pellegrini fondatori della
Compagnia del Pellegrino vollero invece non avere
privilegi per loro o per i loro iscritti futuri, ma si
imposero di pensare ai più poveri, a coloro che
morivano per strada, alle anime del purgatorio e
andando a costruire la loro sede e Chiesa predisposero
le tombe per accogliere proprio coloro che erano
bisognosi e che non avrebbero altrimenti avuto degna
sepoltura.
Lorenzo da Pistoia
Perché... La buffa
Per ricordare che la carità non ha volto, non chiede
ricompense chi compie un’opera buona ma attende il
giudizio del Giudice Giusto. Non sappia la tua destra
quello che fa la tua sinistra.
Paolo dal Mugello
Perché... La Croce
processionale o Bandinella
Fino dalla sua fondazione la Compagnia del
Pellegrino,nonostante varie dispute con il Parroco di
S. Pier Forelli davanti al Tribunale Ecclesiastico,
ebbe i riconoscimenti ecclesiali dello stato nulliius
per poter inalberare la propria Croce ( diritto
riservato nell’ambito del territorio della parrocchia
al solo parroco) nei servizi di trasporto dei defunti
e nelle Associazioni funebri.
Giovanni da Prato
Perché... Il teschio e le
ossa decussate sugli stemmi
Per poter svolgere la propria opera di carità e poter
accedere ai diritti ecclesiastici una Compagnia o
Confraternita necessita di una aggregazione ad una
Confraternita già riconosciuta, e godeva degli stessi
privilegi ed indulgenze, i fondatori della Compagnia
del Pellegrino chiesero nel 1589 l’aggregazione alla
Arciconfraternita dell’Orazione e Morte di Roma ed
ottenutala adottarono, modificandoli in parte, i segni
che distinguevano l’Arciconfraternita romana: il
teschio e le ossa decussate, la clessidra. Simboli che
ancora oggi campeggiano nello stemma della
Misericordia e sulle insegne storiche, rimaste
invariate nei secoli.
Perché... Ancora oggi si
usano questi rituali
La storia, la tradizione, ci ricordano che queste sono
le nostre origini; nei primi statuti, dettati dai
trenta fondatori, vollero che questo loro modo di
agire si perpetuasse; gli statuti che si sono
succeduti vogliono che questo continui. Sono cambiati
i tempi la Misericordia si è sempre mantenuta al passo
del cambiamento tecnologico ma ha voluto conservare
questo modo di agire e di fare, almeno in quelle
cerimonie religiose, fedele allo spirito dei fondatori
e ad una tradizione ormai consolidata fra i fratelli e
le sorelle aderenti.
Gianfranco da Bologna
Perché... Un museo per le
ambulanze
Il terzo millennio si apre con la tecnologia avanzata:
computer, internet, ma i mezzi di soccorso sono ancora
fatti su autotelai adattati all’occorrenza; è nato
alla fine del secolo scorso il 118,un servizio
innovativo costituito per legge di stato, ma la storia
dei mezzi di trasporto sanitari resta uno studio e una
storia delle Associazioni di volontariato, la zana, le
barelle a spalla, i carri a trazione umana e animale
con e senza movimenti cardanici, le prime
autoambulanze e l’evolversi della tecnologia mobile
fanno parte delle lotte alla ricerca del nuovo e del
pratico che Misericordie e Pubbliche Assistenze si
sono fatte nel secolo appena terminato. Tutto questo è
documentato dai mezzi esposti nel museo delle
ambulanze.
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