E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

Buona settimana.....
a cura di: Paolo Diani

 

"il gattino"
 

Un giorno madre lepre trovò un gattino vicino alla sua tana.
Alla vista di quel batuffolo di pochi giorni non ci pensò nemmeno un secondo a prenderlo delicatamente in bocca e portarlo al calduccio fra i suoi sei neonati figlioletti: «Allattarne sei oppure sette che differenza fa?» Dopo alcune settimane i suoi figlioli si erano ricoperti di una soffice pelliccia e le loro orecchie si erano allungate.
Il gattino guardava ammirato questo miracolo e pensava che anche per lui stava avvenendo questo mutamento.
Un giorno uscì timoroso dalla tana e curioso, come lo sono i gatti, andò a specchiarsi in una pozza d'acqua.
La delusione della sua immagine riflessa fu traumatica e il povero cucciolo cadde in una profonda depressione
A nulla valsero l'attenzione, la cura e l'amore di tutta la sua famiglia adottiva: il povero gattino dalla vergogna disse che non sarebbe mai più uscito dalla tana
L’estate passò.
L'autunno vide sempre più accentuarsi le differenze fra di loro; ormai i sei leprotti erano diventati grandi.
Anche lui era cambiato: da gattino si era trasformato in una piccola tigre dai lunghi baffi e dalle unghie taglienti come rasoi.
La bellezza del suo pelo lucido era ben evidenziata da una magnifica coda.
La differenza era sempre più evidente.
Venne l'inverno che portò neve e gelo e mamma lepre non sempre riusciva a trovare cibo per tutti; più passavano i giorni e più si doveva allontanare dalla tana.
Prima di uscire non si dimenticava mai di raccomandare al gatto di controllare che nessuno, uomo o animale, si avvicinasse.
Durante una di quelle mattine in cui la madre era uscita alla ricerca di cibo, una volpe affamata, passando vicino alla tana, sentì l'odore selvatico delle lepri e silenziosamente si avvicinò.
Già si leccava i baffi convinta che di li a poco avrebbe fatto un bel pranzetto.
Ma non sapeva, povera volpe, che dentro vi era vigile e in guardia un generoso e forte felino, pronto anche a sacrificarsi pur di salvare la sua famiglia.
La volpe si sdraiò davanti alla stretta imboccatura della tana e mise una zampa dentro, con l'intenzione di catturare la preda; ricevette invece una violenta e inaspettata zampata da artigli cosi taglienti che le procurarono una brutta ferita.
Dal dolore e dallo spavento, la volpe fuggì nella foresta urlando a tutti di stare attenti, perché in quella tana vi erano delle lepri magiche che, se assalite, si trasformavano in bestie feroci.
La mattina dopo, tutti gli abitanti della foresta, per timore ma anche per curiosità, andarono a rendere omaggio e a chiedere protezione alla famiglia delle lepri, portando loro in dono dell'erba fresca e della carne.
All’arrivo degli animali il gatto uscì dalla tana insieme ai coetanei leprotti per farsi ammirare e ricevere i loro omaggi; da allora, non si vergognò più delle differenze che lo distinguevano dai suoi amati fratelli.

 
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