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Buona settimana.....
a cura di: Paolo Diani

 


La fuga

Questa curiosa storia si dice sia capitata nel ducato di Milano, ai tempi di Gian Galeazzo e Barnabò Visconti.
Un tirannello di provincia aveva finalmente di nuovo fatto prigioniero un suo terribile avversario, che più volte gli era sfuggito dal carcere.
Perciò questa volta pensò di confinarlo in una segreta, sopra un'altissima torre.
Da qui la fuga sarebbe stata semplicemente impossibile.
Il prigioniero anche questa volta cercava, ma invano e disperatamente un mezzo per evadere.
Ceca e ricerca durante i lunghi i mesi passati lassù, finalmente gli venne un'idea.
I capelli gli erano diventati lunghissimi.
Ne strappò parecchi e li annodò l'uno a l'altro, formandone un filo sottilissimo e molto lungo.
Scorgendo un amico ai piedi dell'altissima torre, ne attirò l'attenzione.
Con estrema precauzione calò il sottilissimo filo di capelli con un piccolo sasso legato ad un capo.
L'uomo intelligente intuì, aspettò la notte e attaccò all'ultimo capello un filo sottile di rete, che il prigioniero lentamente tirò su, sotto lo sguardo della limpida luna.
La notte dopo, il prigioniero calò il filo di rete e l'amico vi attaccò una cordicella lunga e sottile.
Così di notte in notte, fino a tirar su una fune robusta.
E quando già la luna più non splendeva, l'astuto prigioniero s'affidò alla fune robusta e scese dall'altissima torre.
Fuggì così un'altra volta verso la libertà, di cui era assetato.

 
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