Il grande cuore di Giovanni Paolo II
ha cessato di battere



 

 

 

LETTERA ENCICLICA DIVES IN MISERICORDIA DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II
SULLA MISERICORDIA DIVINA

 

 

E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.
 

Giornata tipo dei nostri confratelli a Roma

Roma, aprile 2005

L'UGEM ha diffuso in una nota la "giornata di lavoro tipo" vissuta dai volontari in servizio per le esequie del Papa. La nota redatta in forma di "diario" mette in evidenza la mole del lavoro e la qualità dei servizi resi. "Non si risparmia nessuno,tutti i confratelli della misericordia in servizio a Roma sono mobilitati 24 ore su 24 e si alternano, per dare assistenza ai pellegrini che stanno assediando la capitale, con turni a volte non sostenibili. I turni previsti in un primo momento di sei ore si sono allungati, per necessità, fino a dodici - quattordici ore e si prevede si allunghino ancora di più mano a mano che si avvicina il funerale del Santo Padre.
Ore 13.00 Parte il turno: ambulanze con medico o infermiere con i relativi equipaggi, pullman e pulmini con i confratelli che si muoveranno a piedi nelle strade del centro muniti di zaino con materiale sanitario. Alcuni sono distaccati presso il PMA in via dell'Erba, una traversa di via della Conciliazione, altre di supporto a gli altri due PMA del Vaticano sotto il colonnato nei vari punti di piazza San Pietro. Molti portano con se il cibo per coloro che non hanno avuto il tempo o il modo di mangiare. Sono una ventina di ambulanze e decine e decine di fratelli che sono impegnati ad ogni cambio.
Ore 13.45 circa Arrivo alle postazioni stabilite; raggiungere i punti assegnati è spesso cosa ardua, deve spesso intervenire in aiuto le forze dell'ordine per farsi largo trala folla i cui sensi di marcia e gli accessi sono stati scombussolati. Si circola a piedi per distribuire acqua. bustine di zucchero, per fornire informazioni.
Ore 14.00 I primi interventi, cose relativamente semplici: cali di pressione, lievi escoriazioni, ipotermia, disidratazione si provvede a darli da bere,dello zucchero, una coperta. Diverso quando si alza dalla folla il grido:" dottore, dottore" ripetuto come un coro dalla gente. E' stata messa in atto una tecnica per aprire una varco tra la folla che ad onor del vero partecipa: prima i due fratelli più "massicci" poi il medico o l'infermiere. Una volta recuperato il paziente con il telino, via nella stessa tecnica verso l'ambulanza o il PMA più vicino. Lì i medici, dopo un più accurata visita decideranno se ricoverare o meno il paziente presso un ospedale.
Ore 17,30 Fortuna che oggi il caldo non è eccessivo,altrimenti i malori sarebbero molti di più. Arriva un ragazzo che sorregge la fidanzata, è stremata dalle lunghe ore di fila senza cibo, acqua zuccherata e riposo sul lettino fino a che il medico non sia sicuro che si sia rimessa in forze, poi i due ripartono nella ricerca di rientrare nella fila: la vedo dura. Proseguono le richieste d'aiuto e si cerca di dare una risposta a tutti. Arrivano le casse d'acqua, due fratelli iniziano la distribuzione con un passamano per far giungere le bottigliette a quelli più lontano.
Ore 19,30 Continua il lavoro, ci si scambia con i volontari delle altre associazioni in una collaborazione spontanea, ci passiamo cartine di Roma,acqua, informazioni, magari le più semplici: dove sono i bagni, dove cominciano ora le file.
Ore 21.00 Decine e decine d'interventi,la stanchezza comincia ad affiorare, sono arrivati i panini dalla base di Castelnuovo di Porto, bhe: tra un intervento e l'altro un morso ci scappa.
24,15 Ancora un ora prima di poter tornare alla base, sempre che la centrale non richieda un rinvio. Arriva una mamma con il suo bambino, è scivolato e presenta una sbucciatura al ginocchio. Ha solo nove anni, nonostante l'età non ha sonno, non un lamento, gli viene medicata la ferita l'infermiera gli scompiglia i capelli, lui sorride mentre si allontana con la madre e la gamba del pantalone arrotolata al ginocchio per rientrare nella fila come se niente fosse. Ecco tre signore su i cinquanta anni, del nord Italia pare di capire, una si sente male ha giramenti di testa, freddo dolore allo stomaco. Viene curata: si sente meglio ma non è in grado di proseguire, le altre due lasciano il PMA per continuare la fila e dare l'estremo saluto al Santo Padre l'altra resta con noi è in buone mani; " peccato, dice lei, ci tenevo tanto".
Ore 02,30 I pellegrini non accennano a diminuire, proseguono il loro lento cammino in silenzio. Adesso si sente più spesso il grido: " dottore " a quel grido scattiamo e con noi anche le forze dell'ordine. Si è instaurata una fraterna amicizia fra noi volontari e loro, quando ci incontriamo è norma salutarci quando finiamo il turno di augurarci buon riposo. Ecco arriva il cambio: cento interventi in tredici ore e mezza, tutti registrati su apposite schede, tutti fatti con lo scopo di aiutare gli altri, tutti con una parola " coraggio " con un sorriso, un cortese "prego" in risposta al sincero "grazie", sufficiente a far dimenticare anche la stanchezza.
Ore 03,15 Arrivo al campo base a Castelnuovo di Porto, si passa dalla Sala Operativa per comunicare che siamo tornati, un boccone veloce o un caffè poi a nanna. Le camere o le tende non avranno nemmeno una stellina, ma chi ha bisogno del lusso, l'importante riposare.
Ore 08.00 Sveglia e colazione, turni, due chiacchiere con i confratelli, poi riposo, fino al prossimo turno: fra solo cinque ore."
 

 
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