E' il concetto per esprimere il nostro lavoro nell'ambito della realtà virtuale, sentendoci più che Volontari Fratelli delle Misericordie.

Buona settimana.....
a cura di: Paolo Diani

 


 E una donna capì che stava per diventare Madre
(di Antonio Mazzi)

Nota: Non giudicate questo brano di fantasia: Dio è Dio, non può soffrire per sua natura, ma....leggiamo questo brano pensando all'Amore....forse l'Amore non è quello che pensiamo noi...forse...

 Una notte, in Paradiso, Dio Padre e Dio Figlio, camminavano, come facevano spesso, e guardavano giù, come facevano spessissimo, i figli "scappati di casa". Dopo la tragedia del pomo, Adamo si è vergognato, si è nascosto, con Eva. Da allora tutti gli uomini, per secoli, si nascondevano al Dio delle piaghe, dei quarant’anni di deserto, della decapoli, del fratricidio, del diluvio. Quella sera il Figlio, come quasi ogni figlio, disse al Padre a bruciapelo: «E se cambiassimo... strategia? Se andassimo giù noi, anziché aspettare che vengano su loro? Se andassimo a cercarli, anche se non lo meritano?». Il Padre si fermò, guardò il Figlio in fondo agli occhi, chiamò lo Spirito... Pregarono. Anche Dio prega, tutti pregano. La preghiera è l’ossigeno dell’anima. Anche Dio ha un’anima. Anzi è l’anima! «Figliolo spiegati meglio. Come andiamo giù, incontro agli uomini? L’altra volta ho fatto per loro il mondo: il cielo, la terra, il mare, le stelle... Mi sembrava che una culla così bella nessuno sarebbe stato capace di farla. Hai visto come andò a finire? Per un capriccio, un atto d’egoismo, un "pomo" hanno rovesciato tutto il piano che avevo progettato per loro. Per un pomo! Capisci, figliolo?». Il Figlio aspettò che il Padre finisse. Sentì la voce farsi profonda e commossa. Capì quanto fosse doloroso per un Padre così provvidente, avere le sue creature disperse, disorientate, lontane. Poi, il Figlio, cercò una panchina comoda, di fronte al mondo. Prese il Padre sottobraccio e se lo sedette vicino. Passarono alcuni momenti di intenso silenzio. Laggiù, troppe ombre coprivano una parte del mondo e troppe luci accendevano l’altra. Il Figlio disse: «Abbà, papà, segui il mio ragionamento. Dimentica il tuo infinito dolore. Ascolta: "Sei il Dio onnipotente, Creatore, Signore, Condottiero... Se inventassimo un Dio debole, limitato, mite? Sei il Dio dei dieci comandamenti; se inventassimo il Dio di uno solo? Sei il Dio del tempio di Gerusalemme; se inventassimo il Dio della cena, della tavola? Sei il Dio che non perdona; se ti tramutassi in un padre misericordioso che perdona sempre?». Il Figlio, si fermò... E poi disse ciò che più lo affascinava: «E se andassi giù io e diventassi uomo tra gli uomini, povero tra i poveri, bambino tra i bambini, affamato tra gli affamati? Se entrassi nella pancia di una nuova Eva in un paesino sperduto e da là riportassi qui, nella tua casa, tutti gli Adami e le Eve del mondo, i Caini e gli Abele, i Davide e i Golia?». Il Padre guardò lo Spirito. E tutti e due guardarono il Figlio. A un tratto il volto del Padre si fece triste, misterioso, sofferente, vecchio d’un colpo. Quasi biascicando disse: «E se questo volesse dire, Figlio mio, morire, soffrire, pagare per tutti? Ce la farai? Sarai capace di arrivare fino in fondo? E noi, Padre e Spirito, saremo capaci di consumare con te questa tragedia d’amore? Ricordi con Abramo? Non ce l’ho fatta e gli ho ridato il figlio. Se dovessi per amore degli altri figli perduti, perdere te?». Il silenzio fu infinito come il cielo. Il Figlio si strinse tra le braccia del Padre, e capì quanto fossero piccole per il dolore che doveva affrontare. Anche Dio Padre, di fronte ai dolori del mondo, ha le braccia piccole. Poi, fu il Padre a decidere. «Ti chiamerai Gesù, nascerai da Maria e morirai martire! Il resto te lo dirò man mano. Vai!». Lo baciò, lo abbracciò.  E una donna, laggiù, capì di poter divenire madre anche senza conoscere uomo.  

   (Tratto da "Vita  Pastorale", 11 novembre 2002)

 
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